Tax free shopping, massimi benefici per Catania
Si registra una ricaduta positiva per le località turistiche più periferiche, che agevola i processi di decentralizzazione e destagionalizzazione dei flussi. Catania, con il 72%, è la destinazione che ha mostrato maggiori variazioni delle transazioni
Foto di Karolina Grabowska da Pixabay
A sette mesi dall’introduzione della nuova soglia del tax free shopping, la possibilità per i turisti internazionali di acquistare beni nel Paese di destinazione senza pagare l'imposta sul valore aggiunto (IVA) che si applica ai residenti locali, che a febbraio 2024 è stata ridotta da 154,95 a 70,01 euro, il bilancio della misura del Ministero del Turismo si rivela essere molto positivo.
Le principali performance della nuova soglia, come rilevato da Global Blue, parlano di un +43% nelle transazioni, di un +5% nella spesa e di oltre 300.000 nuovi shopper che hanno acquistato solo nella fascia 70-155 euro.
Inoltre, è cresciuto al 26% il contributo delle località cosiddette “minori” al tax free shopping di questa soglia, anche se si registra una riduzione al 53% del contributo apportato dalle canoniche quattro grandi destinazioni (Milano, Roma, Firenze, Venezia): una ricaduta positiva per le località turistiche più periferiche, che agevola i processi di decentralizzazione e destagionalizzazione dei flussi.
Le destinazioni che hanno mostrato maggiori variazioni delle transazioni sono: Catania (+72%), Como (+67%), Napoli (+64%), Amalfi (+63%), San Gimignano (+63%), Verona (+61%), Assisi (+57%), Bellagio (+53%) e Bologna (+51%).
Gli effetti benefici si riversano anche su retail e artigianato locale, che crescono più del dato nazionale, con un +54% nelle transazioni, un +12% nella spesa e uno scontrino medio di 111 euro. A beneficiarne maggiormente sono i settori merceologici, tipicamente “made in Italy”, di pelletteria e borse (+57% nelle transazioni; +18% nella spesa), calzature (+79%; +26%), e profumi e cosmetica (+141%; +47%).
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