29 ottobre 2025

Tassa sulle banche, ma il conto non può finire ai cittadini


La manovra 2026 prevede un contributo straordinario di miliardi. Necessario un meccanismo di controllo per impedire che gli istituti scarichino i costi su clienti e automobilisti



Tassa sulle banche, ma il conto non può finire ai cittadini

Foto di Freie Menschen Freie Arbeit da Pixabay

Giulio Ambrosetti

Infuria in questi giorni il dibattito in verità un po’ forzato sul prelievo di circa 5 miliardi di euro che il Governo ha previsto a carico delle banche e, in minima parte, a carico delle assicurazioni. Soldi che dovrebbero far quadrare la manovra economica e finanziaria 2026 che dovrebbe essere approvata dal Parlamento.

 Da quello che si è capito, l’esecutivo prevede di prelevare da banche e assicurazioni 12 miliardi di euro in tre anni. Ma c’è chi dice che il prelievo sarà di circa 15 miliardi di euro, circa 5 miliardi di euro all’anno. 

E’ giusta l’iniziativa dell’esecutivo di Giorgia Meloni? Sì, per almeno due ragioni. In primo luogo, perché, al 31 dicembre dello scorso anno, le banche italiane hanno registrato utili di poco inferiori a 47 miliardi di euro, vero e proprio record: quasi 7 miliardi di euro in più rispetto al 2023. Come ha correttamente osservato il presidente del Consiglio dei Ministri, le banche non dovrebbero soffrire troppo. Ma c’è un secondo motivo per il quale il prelievo è giustificato, ovvero il fatto che il citato record degli utili delle banche va inquadrato anche alla luce dei 3 mila e 380 Comuni italiani privi di sportelli bancari su un totale di 7 mila 896 Comuni presenti nel nostro Paese (dato che fa riferimento al 31 agosto di quest’anno). In poco meno della metà dei Comuni italiani non ci sono sportelli bancari, con risparmi per le banche e disagi per i cittadini. La tendenza alla chiusura prosegue, se è vero che nel primo semestre di quest’anno le chiusure delle filiali bancarie sono state 261. 

Tutto a posto, allora? Non esattamente. Volendo scendere nei particolari va sottolineato che gli ottimi risultati di bilancio ottenuti dalle banche sono il frutto sia dell’aumento dei tassi di interesse, sia del flusso di entrate che arriva dalle commissioni sui servizi bancari. Siamo arrivati al punto centrale della questione. Giusto, come già sottolineato, il contributo chiesto alle banche. Ma, a tutela dei cittadini-correntisti, sarebbe opportuno che la legge preveda controlli per evitare che le banche si rivalgano sui titolari di conti correnti aumentando i costi delle commissioni sui servizi bancari. Non si tratta di sfiducia nei confronti delle banche ma di tutela dei cittadini-consumatori. Certo, ci sono sempre le associazioni dei consumatori che intervengono a tutela dei cittadini. Ma la presenza, nella legge, di prescrizioni sarebbe un’ulteriore garanzia che il prelievo alle banche non venga trasformato, anche parzialmente, in una tassa aggiuntiva a carico dei cittadini. 

Le assicurazioni, infine. Non sappiamo quanto sarà l’ammontare del prelievo a carico di questi soggetti. Ma non deve sfuggire un dato da non sottovalutare: ovvero che al 31 dicembre 2024 in Italia si contavano quasi 3 milioni di veicoli non assicurati, cioè il 6,1% del parco circolante totale. Per quest’anno si prevede un aumento dei veicoli non assicurati. Già c’è il dubbio che il costo delle assicurazioni sia lievemente aumentato. Non sarebbe il caso, alla luce del prelievo a carico di questi soggetti che il Parlamento si accinge ad approvare, di cominciare ad effettuare qualche controllo in più sulle assicurazioni, sempre a tutela dei cittadini?


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