Il rilancio della Sicilia parte dalle infrastrutture
60 miliardi per diventare l´hub del Mediterraneo
Ponte sullo Stretto, rete ferroviaria, porti e aeroporti: un piano integrato per cambiare rotta dopo 50 anni di ritardi
Un piano senza precedenti da quasi 60 miliardi di euro punta a trasformare la Sicilia da isola isolata a nodo centrale della mobilità e della logistica nel Mediterraneo. L’annuncio è arrivato durante il convegno promosso da Unioncamere Sicilia e Uniontrasporti, nell’ambito del “Programma infrastrutture” finanziato dal Fondo di perequazione nazionale.
“L’obiettivo – ha spiegato il presidente di Unioncamere Sicilia, Giuseppe Pace – è non solo colmare un divario storico col resto del Paese, ma anche costruire un futuro sostenibile”. Attualmente, sono già attivi investimenti per 42,5 miliardi: 24 miliardi da Rfi, 9 da Anas, 3 dalle Autorità portuali e 6,5 dai Fondi di coesione.
Fulcro della strategia è il Ponte sullo Stretto di Messina, da 13,5 miliardi, che collegherà la Sicilia alla rete europea dell’alta velocità. L'opera è definita “strategica” dalla Commissione europea, per il suo impatto su coesione, sostenibilità e competitività. Il finanziamento è già in gran parte attivo: 24 miliardi da Rfi, 9 da Anas, 6,5 dai fondi di coesione, e altri da Autorità portuali e investimenti privati. Il Cipess dovrebbe dare il via libera definitivo al Ponte entro luglio.
Ma la rete infrastrutturale si completa anche con il raddoppio ferroviario Palermo-Messina, la tangenziale di Gela, la chiusura dell’anello autostradale sud (Castelvetrano-Sciacca, Agrigento), e una fitta rete intermodale che mette in connessione porti, aeroporti e terminal cargo. L’obiettivo è creare un sistema competitivo che attragga armatori, compagnie aeree e investimenti privati. “Il futuro è interconnesso – ha dichiarato l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità Alessandro Aricò – e la Regione lavora per costruire un network tra porti, aeroporti e interporti, valorizzando ogni nodo della logistica”. Il porto di Augusta sarà polo per l’eolico offshore; Termini Imerese si consolida con nuovi terminal container; Milazzo e Palermo sono già operativi su più fronti.
Sul fronte ferroviario, Italferr e Fs portano avanti una “cura del ferro” da oltre 17 miliardi di euro, per migliorare mobilità urbana e collegamenti turistici. Nasce inoltre la proposta di un hub integrato a Trapani Birgi, per creare sinergie tra aviazione civile e trasporto merci.
Per realizzare tutto questo, però, serviranno almeno 7 mila nuovi addetti nei cantieri. Già 2mila persone sono impiegate nelle opere ferroviarie del PNRR. Per formare le professionalità richieste, Rfi ha attivato una “Academy” specializzata, anche nelle tecnologie Bim 4D e 5D.
“La Sicilia – ha concluso Ivo Blandina, presidente di Uniontrasporti – sta finalmente giocando un ruolo da protagonista nello sviluppo dei corridoi Ten-T europei. Ora serve unità e visione strategica per farne un hub integrato al centro del Mediterraneo”.
PP
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