Caldo record e agricoltura
Andrà perso il 30% dei raccolti
Il grido d’allarme da Pachino: temperature sopra i 40°C, acqua scarsa, imprese in affanno
Alex Guastelluccia
L’emergenza climatica è ormai una realtà tangibile, che colpisce con forza crescente settori fondamentali della nostra società. Tra questi, l’agricoltura rappresenta una delle vittime più esposte. Le ondate di calore, sempre più intense e frequenti, stanno minando la tenuta del comparto agricolo in Italia, soprattutto nelle regioni del Sud, dove le temperature estreme sono diventate la norma nei mesi estivi.
Negli ultimi anni, gli effetti del cambiamento climatico si sono manifestati con una progressione allarmante: periodi di siccità prolungata, innalzamento delle temperature medie, eventi meteorologici estremi e irregolarità delle stagioni vegetative. Tutto questo comporta una riduzione significativa delle rese agricole, compromette la qualità dei prodotti e mette a dura prova la sostenibilità delle colture tradizionali.
Le ondate di calore, in particolare, causano danni diretti alle piante, accelerano i processi di maturazione e stressano il ciclo produttivo. Ma a pagare il prezzo più alto sono le persone. I lavoratori agricoli sono esposti quotidianamente a temperature che spesso superano i 40°C, senza adeguate tutele o pause. Le condizioni di lavoro diventano insostenibili, aumentando i rischi per la salute e la sicurezza. I casi di malori, disidratazione, colpi di calore e infortuni legati all’affaticamento sono in crescita.
Parallelamente, le imprese agricole faticano a far fronte agli imprevisti climatici. Le spese aumentano: irrigazione straordinaria, sistemi di ombreggiamento, assicurazioni contro le calamità naturali. Ma gli introiti diminuiscono, schiacciati tra rese più basse e instabilità dei mercati. I piccoli produttori sono spesso costretti a ridimensionare le attività o addirittura a chiudere, mentre le grandi aziende cercano di adattarsi, ma con costi crescenti e prospettive incerte.
Particolarmente critica è la situazione nel Sud dell’Isola, dove l’agricoltura rappresenta non solo un pilastro economico, ma anche un’identità culturale e territoriale. Nell’area di Pachino, in provincia di Siracusa, celebre per la produzione del rinomato pomodoro IGP, le imprese locali si trovano ad affrontare sfide enormi. Le alte temperature stanno compromettendo la qualità dei raccolti, mentre la scarsità d’acqua rende difficile portare avanti le coltivazioni.
“Nel nostro territorio molti agricoltori continuano a resistere con determinazione, investendo in innovazione, agricoltura sostenibile e tecniche di resilienza climatica - spiega Paolo Campisi, portavoce del “Comitato Sviluppo Sostenibile del Tellaro “- Ma è evidente che non possono farcela da soli. Siamo dinnanzi a una perdita circa del 30% degli utili sulle produzioni agricole per ammaloramento dei prodotti e delle merci. Servono politiche agricole più lungimiranti, investimenti pubblici mirati, sostegno ai lavoratori e un impegno concreto per contrastare il cambiamento climatico. Senza questi interventi, territori preziosi come quello di Pachino e Portopalo rischiano di perdere non solo una fetta importante della loro economia, ma anche della loro identità.
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