13 agosto 2025

Il Ponte che crea una città


Dal risparmio sui traghetti alla nascita della “Città dello Stretto”: come l’opera potrebbe rivoluzionare mobilità, economia e turismo tra Sicilia e Calabria



Il Ponte che crea una città

Giulio Ambrosetti

Una volta realizzato il Ponte sullo Stretto di Messina il traffico previsto ogni anno dovrebbe attestarsi intorno a 25 milioni di veicoli e a 36 mila treni. Già questi due dati danno la misura della grande utilità del Ponte. Se pensiamo a quello che avviene oggi il paragone non regge. Oggi chi arriva in auto a Villa San Giovanni dal Centro Nord Italia per recarsi in Sicilia deve fermarsi e trovare posto sui traghetti con la propria automobile. Oggi il biglietto del traghetto per la propria auto costa da 40 a 60 euro, più 8 euro per ogni passeggero. 

Supponiamo che, con il Ponte operativo, l’attraversamento dovrebbe costare molto meno. Se non fosse così il Ponte perderebbe gran parte della sua utilità. 

Se il costo del biglietto per passare dalla Sicilia alla Calabria e viceversa non sarà proibitivo e sarà magari basso, l’area di Reggio Calabria-Villa San Giovanni da una parte e Messina una buona parte del Messinese dall’altra parte usufruirebbero di positivi mutamenti urbanistici. Anche se i nomi delle città rimarrebbero, è fuori di dubbio che nascerebbe una sorta di “Città dello Stretto”. Chi vive nel Messinese potrebbe recarsi a lavorare nell’area di Reggio Calabria e viceversa. Lo stesso discorso si applicherebbe agli studenti. E anche ai cittadini calabresi che deciderebbero di andare a pranzo o a cena a Messina o nei centri vicini a Messina e viceversa. 

Insomma, nascerebbe una nuova città. Con grandi opportunità economiche. 

La presenza del Ponte attirerebbe nuovi investitori che sfrutterebbero le innumerevoli ‘economie di scala’ che si creerebbero in questa grande area. Non solo. La riduzione dei tempi di percorrenza faciliterebbe gli scambi commerciali e turistici tra Sicilia e Calabria e migliorerebbe sensibilmente il traffico delle merci in un’Italia dove, lo ricordiamo, la stragrande maggioranza delle merci ‘viaggia’ sul gommato. Se verrà realizzata l’alta velocità ferroviaria ne dovrebbe trarre giovamento il turismo, se è vero che oggi, per arrivare in Sicilia con gli aerei, i turisti pagano un ‘botto di soldi’. Lo stesso discorso vale per i siciliani che vivono all’estero e nel Nord Italia, anche loro presi al ‘cappio’ dal cosiddetto caro-voli. Noi, infatti, partiamo dal presupposto che un biglietto di treno ad alta velocità dal Nord e dal Centro Italia verso la Sicilia costerebbe molto meno del costo odierno di un biglietto aereo. Con molta probabilità, con il Ponte sullo Stretto in funzione, le compagnie aeree sarebbero costrette a ridurre il costo dei biglietti

Diamo per scontato che il Ponte verrà realizzato bene e gestito altrettanto bene: ciò significherà che la presenza di questa infrastruttura aumenterà la sicurezza nell’area marina dello Stretto. Anche l’agricoltura siciliana ne trarrebbe giovamento, perché si dovrebbero ridurre i costi di trasporto dei prodotti agricoli della nostra Isola verso il Centro Nord Italia. 

E l’ambiente? Qui il discorso si fa un po’ più complicato. Ad oggi, è inutile girarci attorno, la tecnologia delle auto elettriche e i problemi legati alla ricarica delle batterie ritardano l’affermazione delle stesse auto elettriche. Ma tra poco meno di un decennio, quando, in assenza di intoppi, il Ponte sullo Stretto di Messina dovrebbe essere operativo, la prevalenza di auto e treni elettrici dovrebbe essere pressoché totale. Ciò significa che il Ponte, rispetto allo scenario di oggi, ridurrebbe drasticamente l’inquinamento del mare e dell’atmosfera nell’area dello Stretto. Oggi tutti i traghetti si muovono consumando idrocarburi, inquinando inevitabilmente l’ambiente marino e l’area. Con il Ponte operativo non dovrebbe essere più così: e non sarebbe una questione di poco conto. 


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